La nonna Angela ci raccontava che l’immobile risalente per la maggior parte agli inizi del 900, era destinata inizialmente alla spremitura delle olive, in pratica un vecchio frantoio; infatti al piano terra è stata ritrovata una vecchia macina con cui si produceva il buon olio extra vergine d’oliva, poi dai miei nonni, è stata trasformata in azienda agricola vera e propria.
Quindi, come in gran parte delle masserie pugliesi, c’era una parte dell’immobile destinata ad abitazione (piano superiore della masseria), un’altra a deposito (piano terra), un’altra adiancente destinata alle stalle e locali destinati agli animali. I lavori di ristrutturazione hanno rilevato che ci sono due stanze al piano superiore costruite successivamente quindi dopo 1930, infatti hanno entrambe tetti non a botte. Inoltre, il tetto della masseria che originariamente era a pignon (tipici delle abitazioni dei centri storici pugliesi) è stato rifatto con un normale parapetto che evidenzia il vano delle scale.
Il profilo è stato l’ispiratore del logo della Masseria Nonna Angela.
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